sabato 14 agosto 2010

RETURNAL



Onnipresente Antony. Stavolta l'ha fatta grossa.
Si tratta della collaborazione col padre della schiatta ipnagogica Daniel Lopatin, in arte Oneohtrix Point Never. Il giovane droner di Brooklyn ha infatti reclutato il prezzemolino dall'ugola d'oro per un remake di "Returnal", title-track del suo ultimo LP.

Il brano originale è già di per sè un capolavoro. Synth che rimbalzano e si riflettono a vicenda. Uno sferoide che scivola senza attrito su un piano infinito. Per la prima volta Lopatin usa la voce (sembra quasi una Karin Dreijer Andersson), si intuisce una melodia. Il suo brano più pop (anche se siamo lontani anni luce dal qualsiasi cosa intendiamo per pop). Naturalmente la voce è modulata e pitchata, tant'è che le liriche fanno fatica a distinguersi.

La nuova versione prosciuga il mare di synth a favore di un pianoforte, essenziale e intenso.
La voce stavolta è presente, viva. Difficile credere che si tratti della stessa canzone. Lo stesso buio fondale desolato visto con e senza occhiali a raggi X. Il corpo inerme di Ofelia rigettato fuori dalle onde sinusoidali riprende vita, anche solo per un attimo. Doppia magia.

martedì 3 agosto 2010

BIONIC vs /\/\/\Y/\

Avete presente un taumatropio? É un gioco risalente all’epoca vittoriana, un dischetto sulla quale sono stampate due immagini, una per ogni lato. Solitamente un uccellino da una parte e una gabbia dall’altra. Facendolo roteare velocemente, grazie alla persistenza della visione nella retina, le immagini si combinano e ZAC! l’uccello cade in gabbia.

Ascoltando le ultime uscite della Aguilera e di M.I.A. mi è saltata in mente quest’immagine e mi ha spinto a trattare in modo congiunto le due recensioni valutandolo più dal punto di vista fenomenologico che da quello strettamente musicale e tecnico.

Va da sè che la gabbia rappresenti la Aguilera (è ancora fresco il ricordo di “Dirrty” con lei in versione gallo da combattimento calata in scena in una capponaia) mentre a M.I.A. spetti il ruolo dell’uccello ad ali spiegate ( “I was born free” ci urla nel primo singolo).

Ma cosa cosa c’azzeccano assieme colei che nel sangue ha più etnie di una campagna della Benetton con la ragazzaccia inglese di origini tamil? A parte l’incarnato non propriamente WASP e l’indole innata per la provocazione direi niente. La prima infatti è sempre stata coccolata dal mainstream, nata ad hoc come prodotto musicale, come ugola d’oro per il pubblico americano e oltre, la seconda invece si è indurita la pelle facendosi spazio a furia di spintoni dallo Sri Lanka ai club londinesi e infine a NY, un’affascinante terrorista i cui video fanno paura anche ad MTV.

Con l’arrivo di Bionic e di /\/\ /\ Y /\ (un’alternanza di slash e slosh che formano il suo nomignolo, Maya) le due bad girls sembrano aver trovato qualcosa in comune.

L’esprit libre M.I.A. torna ad assoldare la squadra vincente di Kala, il disco precedente che l’aveva finalmente spinta nella rosa mistica dell’hype mondiale, continuando a creare synth al limite dell’harsh (le chitarrone degli Sleigh Bells in “Meds & Feds” così come la sega elettrica di “Steppin’ up” sono un vero e proprio affronto ai timpani), ma i suoni questa volta appaiono parcellizzati e rifratti nello spazio come lente meteore senza una meta precisa. La novità invece sta nella presenza di una componente decisamente popular, come se la ragazza avesse voluto sfidare le concorrenti in classifica con le stesse armi pop (“XXXO” su tutte, che potrebbe benissimo essere uscita dalla bocca leonina della Aguilera).

Per dar vita a Bionic invece, Xtina ha raccolto un tal numero di collaborazioni che non si capisce davanti a chi e a quanti possa essersi pronata. Ospiti, tra l’altro, esclusivamente di sesso femminile. Un gineceo arredato con pannelli in lamina d’acciaio e chilometri di latex, una rivisitazione sci-fi del “bagno turco” di Ingres colmo di ragazze pronte a riscattare (ancora?!) il ruolo della donna. Pronte a picchiare duro quanno ce vò ma anche capaci di ripieghi introspettivi. L’album sembra essere tagliato in due ad hoc, diviso tra una prima parte aggressiva e sincopata e una seconda più standardizzata con le immancabili ballads . Tra le invitate spiccano Linda Perry e Sia ai testi, Peaches, Ladytron, Le Tigre e, guarda un pò, M.I.A in “Elastic Love”.

Ed è proprio in questo brano che accade l’epifania e si produce l’illusione. É impossibile discernere le voci. Gli spiriti opposti si attraggono e formano uno spettro affascinante e temibile. L’uccello è in gabbia.

Dati i presupposti teorici e la prova vincente di “Elastic Love” c’era da aspettarsi due album notevoli. Peccato che sulla carta le due prove falliscono a metà. Da un lato la Aguilera ci mostra una maschera inedita, rafforzata soprattutto dalle collaborazioni, ma le prove restanti sono decisamente opinabili, molte da saltare a piè pari (imbarazzanti le citazioni di “Get the party started” di Pink e “4 Minutes” della Ciccone sfacciatamente riproposte in “Prima Donna”). E per quanto riguarda M.I.A., a parte “Born Free” (una cavalcata selvaggia sullo stallone Suicide) e qualche altro caso sporadico, la frammentarietà dei motivi (colpa anche di una produzione sinceramente moscia) si trasforma spesso in tedio, sensazione acuita anche dal fatto che la fanciulla ci aveva finora abituato a standard piuttosto elevati.

Quando Christina prova il camouflage oversize di M.I.A. e questa in cambio si infila a stento nelle porno tutine della Aguilera il risultato è goffo, non convince. Sempre dentro di metafora, se le due avessero consultato un fashion advisor avrebbero certamente trovato il giusto outfit, il simbolo di una combo che avrebbe visto avvicinare due donne non poi così distanti.


lunedì 5 luglio 2010

TREATS


Brooklyn. Una piramide di cheerleaders in posa. Premi play e te le immagini mentre iniziano ad agitare i pon-pon con un sorriso ebete stampato in faccia. Mostrano il culo a rallentatore. Il ghigno diventa maligno. Una mitragliata di hyper-beats fa scuotere le membra e fa uscire gli occhi dalle orbite. Una chitarra americanissima gratta le cosce delle ragazze mentre fanno a gara per sfiorare i bicipiti del capitano. Sul prato finto si sta consumando una strage. Brandelli di carne bianca che volano sotto i colpi di drum machine. Lo spettacolo è stato offerto da quei cazzoni degli Sleigh Bells, Derek e Alexis per la cronaca. Lo spettatore rimane disorientato. Gode inconsciamente del massacro ma ha paura ad ammetterlo, a ragione. L'adrenalina durerà il tempo di un match ma se ne frega, ha pagato il biglietto e vuole godersela tutta questa mezz'ora di scempio da college.

ps: maggiori i decibel migliore la resa

lunedì 3 maggio 2010

16:30 camera da letto, bologna
"No, stasera non esco. Non c'ho manco i soldi per bere. No, no. Rimango a casa sicuro"
I buoni propositi ci sono, è la coerenza che manca.


20:30 hana bi, marina di ravenna
Birra portata da casa, in cassa i Crookers e tamarrate varie (che ci vuoi fà, sò romagnoli) che poi sfumano in indie-rock (e la sbronza ne risente). Non siamo paghi.


01:00 locomotiv, di nuovo bologna
Io ragazza del coyote ugly seduto sul bancone. Maschietti in reggiseno. Giri plurimi di tequila e rocchenroll. Non c'è tregua.


06:30 vista frontale di un water, una casa qualunque
Ripenso ai buoni propositi mentre il subwoofer spinge sui bassi della Badu.
Erykah, che bella che sei quando mi dici


Don’t want nobody next to me
I just want a chance to fly
a chance to cry
and a long bye bye


venerdì 9 aprile 2010

martedì 2 marzo 2010

PERSONA

No, io non sono come te.



lunedì 8 febbraio 2010

HEARTLAND


Final Fantasy come moniker l'ho sempre trovato un pò infelice. Deve averlo capito anche Owen Pallett dopo la querelle con i legali del ben più noto videogame. E' col nome di battesimo infatti che torna a pubblicare "HEARTLAND" in cui compaiono anche Nico Mulhy e Jeremy Gara degli Arcade Fire. Il concept è superbo. La storia d'amore del mezzadro Lewis, il senso d'appartenenza/esclusione con la comunità di Spectrum (nome fittizio per chissà quale prateria del bush canadese), le rischieste di attenzione verso il suo narratore, Owen. E il racconto si trasforma in epica quando Lewis si scontra col mitico basilisco e diventa pure camp perchè quelle sbirciate verso i corpi sudati dei garzoni non sono poi così innocenti. I suoni sono pieni, barocchi. L'orchestra è masticata e risputata dal laptop. Un'elettronica felice che rimanda a Bjork. Marcette e scherzi d'archi che invece ricordano Planningtorock.

Bravo davvero Owen, si merita una stelletta da piantare dritta nel petto.
Di Lewis, ovvio.


(Da notare l'ampollosissimo remix del collega Simon Bookish nella versione giapponese dell'album)

Keep The Dog Quiet (Simon Bookish remix)

lunedì 1 febbraio 2010

VOMITING IS HOT THIS SEASON

Una sedia, canotta bianca, schizzi di ketchup e lancio di cibo. Inizia ESSER nel 2008, imbrattandosi di fronte ad una handycam. Ha almeno la decenza di autocensurarsi e di pulire, soprattutto.

Nel 2009 i FORMER GHOST (i tre sacerdoti del dio Ian Curtis ovvero Freddy Ruppert, Jamie Stewart e Zola Jesus) si prendono la briga di emularlo, con una punta di autocompiacimento. Eh sì perchè lo sanno tutti che non si mischia e invece Freddy tracanna Jack Daniels, Campari, Gordon's e colluttorio. Poi si fa pure un giretto sulla giostra.

Citandosi sfacciatamente, quest'anno sono gli XIU XIU a cimentarsi con il self-induced vomiting. Nel video di "Dear God I Hate Myself" infatti, mentre Mr. Jamie Stewart mangia cioccolata (perchè "Chocolate makes you happy"), la nuova arrivata Angela Seo si ficca due dita in gola e schizza per tutta la durata del video.

the Art of Hating Oneself

Buona visione











mercoledì 27 gennaio 2010

CLIFF EDGE


"He is much better off without me... I wouldn't make a good wife for anybody"

Lo ha lasciato scritto in un biglietto Evelyn McHale prima gettarsi dall'86° piano dell'Empire State Building. Atterra su una limousine, piegandone le lamiere. L'abito per nulla sgualcito, impeccabile. Mi sembra di essere più o meno alla stessa altezza, compiaciuto però di avere la possibilità di scegliere. Se buttarmi o meno.

Nel frattempo i Parenthetical Girls decidono di frammentare l'uscita del prossimo album "Privilege" attraverso la pubblicazione di 5 EP, uno ogni tre mesi da qui a maggio 2011. Il primo EP è "Privilege, Pt.1: On Death & Endearments"

"
Evelyn McHale" è il primo singolo.


martedì 26 gennaio 2010

EX ABRUPTO

2010

manashni, gavashni, kunashni.
voglio mostrarvi la geometria di un procrastinatore.
ho aspettato l'arrivo di un'anno pari per farlo.
se scuoto la testa vedo infinite linee convergere verso pochi punti fissi.
gli angoli sono neri e lucenti. sono ossidiane antiche.
con dei piccoli specchi ne rifletto il bagliore.

pumiceheart